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28 Agosto 2024

Fondi Ue, l’Italia dirotta 3,1 miliardi sulle tecnologie strategiche

Oltre 3 miliardi dei fondi europei cambiano destinazione: finanzieranno i progetti nelle catene del valore strategiche individuate dalla Commissione europea: tecnologie digitali, tecnologie pulite, biotecnologie.

Il Dl fissava infatti due finestre temporali (entro il 31 agosto 2024 ed entro il 31 marzo 2025) per effettuare la riprogrammazione, sfruttando i vantaggi e la flessibilità promesse da Bruxelles a chi riorienta una parte delle risorse 2021-27, genericamente destinate a interventi per la competitività o anche di altra natura, verso i tre grandi obiettivi di politica industriale europei.

Gli obiettivi Ue

Riassumendo, il Regolamento (UE) 2024/795 che ha istituito il programma Step si è posto due obiettivi. In primo luogo, lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche in tre ambiti: digitale e settori «deep tech» (come intelligenza artificiale, internet of things, blockchain); tecnologie pulite ed efficienti, incluse quelle a zero emissioni nette (ad esempio fotovoltaico, eolico, elettrolizzatori, batterie, cattura e stoccaggio del carbonio); biotecnologie, compresi i medicinali critici.

Il secondo obiettivo definito dal Regolamento è quello di affrontare le carenze di manodopera e di competenze in queste tre catene del valore.

La Ue ha fissato anche a un target orientativo di riprogrammazione della politica di coesione 2021-27, ovvero un tetto del 20% alle risorse Fesr (corrispondenti a circa 5,3 miliardi di euro per le risorse assegnate all’Italia) mentre non ha comunicato un limite per i fondi Fse+ e Just transition. Gli Stati membri che reindirizzano le risorse in questa direzione sono di fatto premiati con un sigillo Step, una sorta di marchio di qualità Ue che dovrebbe aiutare ad attrarre ulteriori investimenti pubblici e privati alternativi. Ma i veri vantaggi sono due elementi di flessibilità molto utili nella gestione dei fondi di coesione: ammissibilità ai programmi anche per le grandi imprese, che altrimenti sarebbero escluse; tasso massimo di cofinanziamento UE fino al 100%; prefinanziamento una tantum aggiuntivo; possibilità di evitare la revisione intermedia sull’uso dei fondi.

I programmi nazionali restano sotto quota

Ma si è lontani dall’usare tutta la flessibilità che la Commissione consente. Al momento, ad esempio, restano sotto quota i due programmi nazionali interessati. Il Mimit riorienterà 300 milioni del Programma Ricerca innovazione e competitività, a valere sul Fesr, creando un nuovo strumento, i mini contratti di sviluppo, per finanziare programmi di investimento sulla doppia transizione digitale e green che abbiano un importo compreso tra 5 e 20 milioni. Il ministero del Lavoro utilizzerà 240 milioni del Programma Giovani donne lavoro (Fse+) per incentivare l’autoimpiego nei settori del digitale e delle tecnologie pulite.

FONTE: https://www.ilsole24ore.com/art/fondi-ue-l-italia-dirotta-31-miliardi-tecnologie-strategiche-AFowOmRD

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